Carlo Corallo
I Fiori del Mare
[Testo di "I Fiori del Mare"]

[Strofa]
Mio padre guarda il mare con aria diversa
La vista attenta ai movimenti di ogni canna da pesca
Quando trema tra le sue dita è una festa
Come se il senso della vita, a un tratto, venisse a galla con l'esca
Ma non c'è mai, la verità è sommersa
E non ne esce come ogni pesce dalla terra emersa
L'acqua abbraccia i segreti di questa terra
Strappandoli dalla testa, lasciando alla riva quello che resta
Nel contempo la brezza fresca rinfresca la gente
E lui su quel carro alato trainato da un cavallo trasparente
Che i marinai sovente chiamano Ponente
Si tuffa in mare, ora anche le voci dei gabbiani sono spente
E giù in quel terrestre paradiso blu e verde
Dove la corrente detta il valore di "mai" e "sempre"
Solo la muta che sfiora il cuore sa come ci si sente
E si pensa "come ci si perde?"
Le anemoni rosse ondeggiano come tende
E lui come tende l'arto sfiora cefali egemoni delle terre
Finalmente libero dalla giacca, lentamente
Dimentica i problemi del cliente e scende
Facendo di quella pinna una piuma
Lontano da superficie resa a strisce dalla schiuma
La sua sensazione era in quel momento di fortuna
Senza fine, ogni weekend atterrava sulla luna
È un altro giorno in cui il sole ha fatto posto alla bruma
C'è un freddo lieve tanto da rendere neve il sale
Lui guarda tutto da quella pupilla bruna progettata dal destino
Per riempirsi del blu del mare
Ne osservava ancora e ancora, conosceva le specie
Studiate masticando unghie e riscaldando sedie
Distingueva il profilo del pesce prete
Sognando una società che usasse conchiglie come monete
E la sete di ossigeno strema il corpo che risale
Così chi è alla parte opposta della visuale
Vedrà figure umane spuntare dalle acque chiare
Che crescono come piante nelle terre coltivate
Sono i fiori del mare