Carlo Corallo
Polvere da Sparo
[Testo di "Polvere da sparo"]

[Strofa]
Già prima di quest'anno tu andavi a fare il bagno
Indossando un caftano del colore del castagno, castano
E parlandone noi caschiamo in un discorso kafkiano
Così assurdo che un riassunto fa strano
E anche se sono serio il mio pensiero è su un aereo
Che ora va piano, fa scalo
Va senza correre perché sporgendo il pollice
La mano non è forbice, ma spago
In parole povere quest'amore resta polvere da sparo
La carichi all'inizio, metti venti colpi nei calibri
Come i colibrì nell'hibiscus
Che la vita è metà rabbia e metà buonismo
Lo so che prima ti salva, ti calma
E dopo ti cambia il metabolismo
Nell'incostanza per cui credi nell'Altissimo
Quando cadi nell'abisso annaspavo con il freddo al costato
Ed in petto uno scavo Perché il tuo affetto è uno sparo
Che nessuno ha visto, uno strappo artistico al formalismo
Tra le tende ornate di quel rosso vispo, ordinate
Da cui mi vedi arrivare e mi aspetti sotto l'architrave
Con le armi cariche mentre finisco a terra
Il conflitto nella guerra del cinismo
Sconfitto da chi afferra dieci Winston
Convinto che la pressione di un tasto
Possa rendere il mio istinto mai estinto
Il mio calore più vasto, definizione di orgasmo
Piegare il cuore come un elastico in una notte di Erasmus
E ormai parlo al passato come un uomo senza nome
Perché con te non sono, ero
Al contrario dei tuoi occhi che creano assuefazione
Nelle ore che mi sembrano di prigione
In cui io non li vedo
All'atterraggio il cielo sembra sereno
Anche se i pirati all'arrembaggio stanno arredando
Il mio veliero col veleno
E l'equipaggio prepara il suo siero
Comprato lungo il viaggio segreto
Nel monastero sul sentiero del villaggio
Sotto, sotto odio il racconto fantastico perché nulla è vero
O almeno a me basta già questo mondo così pazzo
Ad allargare il mio campo sviscerato
Ed aggiungere una sconfitta al ricettario, credo
È un'altra follia al mio ricettacolo
La poesia non è fatta da un vocabolo
O da un suono ricercato
Può essere di tutti anche di un uomo ricercato
E della sua voglia di riscatto così amala
Quando libera un ragazzo dal blocco, tu chiamala Michelangelo
E alla fine questo amore lacero
Scioglie nell'acido e porta al macero
La pietra più elegante fra le altre
E se immagino anche di ridare un bacio
O tenere un braccio fra due gambe
Mi dico che artefare non è fare arte