Carlo Corallo
Storia di Antonio
[Testo di "Storia di Antonio" ft. Murubutu]
[Intro: Carlo Corallo]
Corallo, Murubutu, XXX-Fila
Ah, ehi, ah, ehi
[Strofa 1: Carlo Corallo]
Il cavalletto di legno sta fermo al centro della piazza
E dà sostegno al disegno del genio sempre a testa bassa
Nella folla che si ammassa tra i quartieri a Gualtieri
E che bagna i piedi fra i canneti agli estremi della campagna
Pare sia stato bambino su a Zurigo
Ha il torso avvolto in un cappotto rotto e il volto malnutrito
In più è rachitico nel corpo, goffo
Al collo ha un grosso gozzo
Accorrono i bimbi del posto quando dà il buongiorno mattutino
Dicono: "Un bracciante pro tempore
Con voce tremante e mani ferme"
Trovi il suo tramite nelle temperе
Tratte da piante e tеrre
Ma il pestello dà al pastello un punto debole
E il pennello per il suo pannello è tela di Penelope
La gente lo osservava da muri e vetri di casa
Oltre gli uliveti e la ghiaia
Fare i versi di lupi, cervi, gufi e lepri
Adottava i movimenti dei muli neri nell'aia
Fra i mulinelli nell'aria
È la via amara dei molti rimasti ai margini
Se il mondo li prende per matti
E solo da morti li rende martiri
E difatti lui ripassa i disegni e coi ritratti
Dà sentimenti a una città con i sentimenti ritratti
Fino all'attimo in cui il cerchio si chiude e filtra la luce
Sui passanti attratti dai quadri fatti con le dita sue
Istinto diabolico in un dipinto bucolico
La firma è di un anonimo Antonio Ligabue
[Ritornello: Carlo Corallo]
Con quegli occhi pieni
Di problemi e di guai
E quei modi seri
Che non cambierai
Si alza il vento su di te
Ma non te ne andrai
Cerchi un colore che porti altrove
Ma non lo trovi mai
[Strofa 2: Murubutu]
E Toni vaga fra i fossi dei campi, fra i solchi dei carri
Ai margini, ai bordi dei boschi degli olmi e dei cardi
Fra i sorbi ed i tralci, i ricordi d'infanzia
Segue le pieghe del fiume e raccoglie al tramonto le luci sugli argini
E c'è una forza che in lui pulsa e freme, che urla e trema
Là dove il clima delle riva risaliva il Po
E lì ne coglie gli sfondi e gli incanti, i mondi fantastici
Allungando i passi fra le ombre dei pioppi e dei platani
Ma Toni è un animale selvaggio che scappa fra i guadi
Che parla lo stesso linguaggio dei galli e dei cani
Per tanti è uno fra i pazzi isolati che passa fra i prati
Soggetto da film, genio naïf raccolto da Mazzacurati
Macchia le tempie di tempera e ne riempie le tele
In una complicità arcaica e atavica con la natura
Verso un sogno d'insieme che lui riesce a vedere
Lo capta con cura e ne richiama con arte ogni curva più pura
A volte Antonio si arrabbia, si graffia la faccia
Lui vede nel sangue che cade la traccia del male che lo agita
Nel passo fra i secoli, primo fra i deboli
Ora trasporta i suoi demoni su carta in una danza catartica
"Dam un bes", Toni avrebbe voluto una sposa
Più che la fama, che i soldi o altre mille certezze
E il bisogno d'amore che ne segnava la storia
Gli galleggiava piano negli occhi anche quando si spense per sempre
[Ritornello: Carlo Corallo]
Con quegli occhi pieni
Di problemi e di guai
E quei modi seri
Che non cambierai
Si alza il vento su di te
Ma non te ne andrai
Cerchi un colore che porti altrove
Ma non lo trovi mai
[Outro]
Come ha detto Mazzacurati, quest'uomo incolto, infelice e sospettoso è riuscito a dire ciò che altri hanno vanamente tentato: ha raggiunto il fine