Ozone Dehumanizer
Bosco di Pan
[Testo di "Bosco di Pan"]

[Strofa 1]
Parlando col maestro su di un ramo appollaiato dentro al bosco
Offrivo bacche ai cervi e mele allucinogene al mio corpo
Separato da me stesso e consapevole
Che il mondo è solo il sogno di un subconscio troppo debole
Le regole del bosco sono semplici nozioni
Basate sulle fiabe degli antichi narratori
Dagli arbori della madre dea, a cui i fiori comparivano sul palmo
Al sentimento smisurato di piacere di un orgasmo
Quando tutto è così buio da caderci e non volerci uscire
Mai, le conseguenze di quesiti che non capirai
Del metro di misura di energia degli animali
A rituali così assurdi che non capiresti mai
Perché combatti? Chiediti sempre perché combatti
E bada bene alla risposta che sarai in grado di darti
Ninfe attorno al fuoco come al solito che danzano
Inebriate dai racconti di un grimorio
Io sto fluttuando, le foglie che si staccano dall'albero
Cornacchie che mi parlano dal campo
Il sole che tramonta e la foresta si trasforma
Nella tomba del pagano rituale che chiamate sabba

[Strofa 2]
In vent’anni di vita ho capito soltanto
Che non c'è niente di più miserabile dell'accettazione del reale
E che l’unico compromesso con il resto del genere umano
Che mantenga è quello di condividere la parola
E che tutto ciò che ci diversifica ci emargina dal reale
È ciò che allo stesso tempo ci avvicina dall'essere Dio
Bisogna starsene da soli per non essere mai più soli
Perché dentro c'è qualcosa di anormale che comunica
Dal cuore della pineale dentro la tua nuca
Stanno sussurrando, sentili salire dalla pelle
Ma un rifugio lo si trova quasi sempre nelle stelle
Brucia tutto, datti al culto e scappa
Sfrutta le sorgenti della mente per trovare acqua
Spenti da una pioggia programmata devastante
Di una mente più potente proveniente da un pianeta più importante
Dentro il bosco mi tengo nascosto al mondo
Assumo trip che mi confondono su ciò che mi sta attorno
E vedo Pan che suona il flauto steso sulle foglie secche
Mentre un capricorno viola spunta da un cespuglio verde mentre mangia bacche
Dalla realtà che vedi a quella che ti immagini
Parametri di sogni poco stabili
E ritornano alla mente solo quando sei morente
I meccanismi spaventosi che non vedi ipnotizzato da calma apparente