Bob Dylan
Centoquindicesimo sogno di Bob Dylan
Be', eravamo tutti sul Mayflower, io guardo e grido "Terra!"
Chiamo subito Capitan Arab, sì, lo zoppo "Corra, corra!"
Quello sgomma come un papero, fa "Scordatevi la balena
Lasca il boma! Scazza il triglio!, Giu' le mani dalla polena!”
E puntiamo verso terra, fischiettando quel motivetto
Come fanno tutti i marinai, quando sentono odor d’asciutto

"Vabbe', la chiamo America", annuncio mentre scendo
Respiro a pieni alveoli, e stramazzo boccheggiando
Capitan Arab tira fuori, qualche foglio protocollo
Fa: "Prepariamo le perline, e aspettiamo il primo pollo"
E invece ecco due vigili, in paranoia nera:
"Gli arpioni sono armi improprie, ah!", е ci sbattono in galera

Ahi io mi son squagliato subito, non so con che coraggio
E un po' con l'autostop, un po' a dorso di scarafaggio
Mi ritrovo in mezzo ad un cortеo, co'sti gran cartelli eretti
Con su scritto "Giustizia ai poveri, giustiziamoli proprio tutti"
Dico "Bravi scemi, ve l'appoggio, ecco i veri concetti eterni"
Quando un crampo mi rende memore, che non mangio da quattro giorni

Mi trascino in un ristorante, e racconto non so che storia:
Sono il critico itinerante, di un mensile di culinaria
Chiedo trippa e la cameriera, mi sussurra un bruciante invito
Faccio appena in tempo a accorgermi, che si tratta di un travestito
Quando scoppia l'intero stabile, fra soffioni e colate d'unto
E schizza cibo un po' dovunque, Esco senza pagare il conto
Senza un minimo di malizia, vado dritto dentro una banca
Mi capite, no? La cauzione, per Arab e tutta la ghenga
Quelli chiedono garanzie, io sbottono la cerniera
Sto volando dalla finestra, quando arriva questa straniera
È gentile, mi invita a casa sua, dove ci abita un tipo alto
Che mi espropria degli stivali e mi ributta sull'asfalto

E non è tutto! Busso a un chiosco, con su esposto il vecchio Stellestrisce
Dico "Gente serve aiuto!, Ciò gli amici in serie ambasce
Quello fa "O te ne vai subito, o ti spiaccico quel bel nasino
"Rifiutarono anche Gesù!", "Gesù era Cristo, tu'n sei nessuno
Esci subito o ti scarnifico", Io decido che questo è troppo
Ribollente di fuoco civico, vado in cerca di un poliziotto

Schizzo in taxi ma troppo in fretta, casco fuori dal lato opposto
Salto un autobus schivo un filobus, incredibile quanto pisto
Finché arrivo davanti a 'st'altro pizzo, con l'insegna "Fratellanza"
Bene. Attracco con un cristiania, e col mio modulo di denuncia
Ma per noi altri marinai sfigati, ci son cose che non stupiscono:
È un'impresa di pompe funebri, manca poco mi seppelliscono

E ripeto tutta la triste storia, "Ciò gli amici che stanno al fresco!"
Mi rifilano un depliant, io ribatto che non capisco
Dice "Chiamaci decedessero", scappo fuori passo col giallo
E non vedo 'sta palla da bowling, che mi stende come un birillo
Un telefono squillla isterico, mi sbomballa tutto il cervello
E mi rialzo e faccio "Pronto", ho toccato la linea: fallo
A 'sto punto mi sono sfranto, di tutta quanta questa menata
Dei problemi di capitan Arab, e del resto della brigata
E mi risolvo a frullare un penny, e a tornare come un frescone
A seconda che dice testa o croce, alla nave o alla prigione
E mi impegno il mio nordovest, perché serve la monetina
E tiro: croce - rima con foce, e mi avvio per la banchina

Torno a bordo e che ti trovo?, Una multa sotto il bompresso
Sono lì che la faccio in mille pezzi, i guardiacoste mi sono addosso
E mi domandano il mio nome, io rispondo "Il Corsaro Rosa"
E mi credono, mi credono, ma gli serve qualc'altra cosa
E io mi invento che batto i mari, per il Ministro della Cultura
E mi mollano - Sempre detto io, che la Pula sta in para dura

Be' le ultime che ho di Arab, lo danno appeso a una balena
Che era poi la moglie del direttore, dell'istituto di pena
Ma il più forte arriva adesso, prendo il largo a tutta birra
E ti incrocio 'ste tre tinozze, che veleggiano verso terra
Riconosco il comandante, perché gongola come una luna
Chiedo il nome - fa "Colombo", Io gli dico "Buona fortuna"