Mr. Phil
48 Ore
Sveglia ore 7:00, in corpo sei di sonno, caffè sigarette all’aroma di sconforto, lo stesso rito: la barba, la doccia, lo specchio annichilito, gli anni i chili, umore scuro in tono con il suo vestito. Fuori casa in auto un pedone quasi investito, una vita senza senso una via a senso invertito. Fila di due ore, ira al quinto girone, terza uscita, contrappasso nella circonvallazione. Ore 10:00 arriva, destinzaione ufficio, l’altare del sacrificio è a forma d’alveare grigio. Corridoio muto, butta il solito saluto in apatia, terza scrivania a destra giù seduto

RIT: Con le cuffie nelle orecchie, le cuffie nelle orecchie, timbra poi scappa la cravatta non si scioglie più. In attesa delle 7:00, attesa delle 7:00, lancette sulle tempie puntate come in un deja vu. Con le cuffie nelle orecchie, le cuffie nelle orecchie, timbra poi scappa la cravatta non si scioglie più. In attesa delle 7:00, attesa delle 7:00, lo uccide la realtà, la libertà è fuori da qua

Amaro in gola, lo sente, ingoia, fa un copia incolla, il telefono squilla, il collega paga la bolla. In botta, lo sguardo nello schermo, click importa, Control Alt Delete, la tensione lo circonda. Block notes, appunti per stasera in studio, aspettando il ventisette come un lupo il plenilunio. Poi passi nel silenzio, la porta sbatte, un colpo, il capo azzanna al collo, le vene viola in volto. “Mezz’ora di ritardo mio caro che non succeda più!” urla il porco col suo culo grasso ed il BMW. Lo guarda freddo sputa solo: “Scusi” a voce roca, mentre immagina che piange con un ferro nella bocca

RIT

Sveglia ore 7:00, in corpo tre di sonno, caffè sigarette, stesso aroma di goni giorno. La musica lo salva e lo divora nella notte, nello stomaco bruciore ultime quarantottore come Nick Nolte. Brutta cera, in fretta sulla strada del patibolo, il destino è scritto uccide un’altra sagoma al poligono. Non saluta neanche più in ufficio, lo deridono, arriva ancora il porco, orecchie basse, si defilano. Bava alla bocca, sorriso tipo delle iene, dice: “Lei deve pagare!”, strappa in pezzi il piano ferie. Lui si alza, sfila il ferro, scena buia: spara. È finita ma non è la libertà che lui cercava