Vincenzo Spampinato
I ragazzi del borgo
I ragazzi del borgo giocavano
Con la guerra alle spalle
E dal cielo non piovevano più bombe
Ma solamente stelle
Mentre l’erba si inchinava al treno
Che tagliava in due la campagna
Lui gettò il suo fucile
E si arrese a quella bimba già donna

Le sue gambe che vestivano di vento
Conobbero la seta
Era tanto bella al suo cammino
Si girava ogni strada
E il paese già si addormentava
Sopra il palmo di una mano
Quella sera si tuffarono felici
Nelle onde del grano

Ma quanta forza, madre
Nei tuoi pensieri
Lascia che io ti racconti
Con tutto l’inchiostro che posso
Ma quanta storia, padre
Nei tuoi silenzi
Lascia che io ti racconti
Con tutto l’amore che posso
Che ho dentro di me
E le nuvole timide arrossirono
Agli sguardi del tramonto
Nelle cartoline cadeva già la neve
Io chiuso nel tuo mondo
Sbocciai e due mani mi aiutarono
A indossare questo nome
Quanti sogni piegati nei cassetti
Per la nuova stagione

La campana della scuola insegnava
Ma ho imparato dalla strada
E crescendo mi insultava il quartiere
Gridandomi: “poeta”
Qui sul vostro dito
È sempre scritta la giusta direzione
E ora so da che parte stare
In questo tiro alla fune

Ma quanta forza, madre
Nei tuoi pensieri
Lascia che io ti racconti
Con tutto l’amore che posso
Ma quanta storia, padre
Nei tuoi silenzi
Lascia che io ti racconti
Con tutto l’amore che posso
Che ho dentro di me