ZORBA: Bologna è una vecchia signora borghese
Truccata di mattoni rossi e campanili di chiese
Di speranze stese al sole consumate come candele
Senza troppe pretese si vive di attese
Sospese le sorprese comprese le contese
Arrivare a fine mese alla certezza di essersi arrese
A noi restano solo le ossa come lo spiedo quando son prese le prese
Intese le intese tra imprese spese tutte le spese
Rimangon solo le rese dimenticate le offese
Per questo con me la vita è stata cortese
Seduto sotto i portici le mie valigie
Sono le borse e i carrelli delle vostre spese
Le mie albe grigie sotto una coperta e con le gambe distese
Sono l’inutile e il fertile di una vita a maggese
BINDI: Tu sei un vagabondo di strada
Senza una fissa dimora felice comunque vada
Però tu guardandomi con disprezzo
Sei tu quello che si è perso una vita senza prezzo
ZORBA: Ma quant’è fredda Bologna in questa sera d’inverno
Sdraiato senza legna lo immagino freddo l’inferno
L’apatia fa da perno tanto che ti ghiaccia lo sterno
Sempre emarginato sempre fuori sempre esterno in eterno
Forse qui piove sempre che è sempre ladro il governo
Almeno ci sono i portici che mi riparano sempre
Forse sbaglio pronostici qui mi cacciano sempre
Forse siamo gli agnostici che un Dio mente sempre
Scrivo versi drastici criptici in distici
Come una preghiera sussurrata di notte
Vivo una vita da signore la vita dello spettatore
Ore passate nel grigiore del mio cuore che muore
Se la vita è un film non ne sono l’attore
Né tantomeno l’autore buonanotte signori e signore
BINDI: Tu sei un vagabondo di strada
Senza una fissa dimora felice comunque vada
Però tu guardandomi con disprezzo
Sei tu quello che si è perso una vita senza prezzo