Giorgio Gaber
I Padri Miei
[Testo di "I padri miei"]

I padri miei i padri che ci ho avuto io
Erano seri e prudenti
Gli abiti grigi i modi calmi e misurati
Persino nei divertimenti

Parlavano con le donne di casa
Con quell'aria da vecchi padroni
Quel tanto di distacco e di superiorità

I padri miei appassionati di poesia
Nei loro antichi appartamenti
Sotto le lampade di vetro a sospensione
Dietro discreti paraventi

Parlavano e discutevano
Come vecchi europei ammuffiti
Imprigionati dal glicine e dalla stupidità

I padri miei i padri che ci ho avuto io
In un’Italia un po' strana
Non han potuto fare a meno di sognare
L'Africa orientale italiana

Nei padri miei c’è un'aria che assomiglia
Alle foto dei vecchi bersaglieri
Che mostrano a colori la loro dignità
I padri miei non ispiravano allegria
Chiudevano le porte a tutto
E per i giovani vivaci esuberanti
Non avevano nessun rispetto

Punivano e perdonavano
Come vecchi maestri di scuola
Suggestionati dal cuore
E dalla moralità

Ma avevano una certa consistenza
E davano l'idea di persone
Persone di un passato
Che se ne va da sé