Giorgio Gaber
E Pensare Che c’Era Il Pensiero
Il secolo che sta morendo
È un secolo piuttosto avaro
Nel senso della produzione di pensiero
Dovunque c'è, un grande sfoggio di opinioni, piene di svariate
Affermazioni che ci fanno bene e siam contenti
Un mare di parole
Un mare di parole
Ma parlan più che altro i deficienti
Il secolo che sta morendo
Diventa sempre più allarmante
A causa della gran pigrizia della mente
E l'uomo che non ha più il gusto del mistero, che non ha passione
Per il vero, che non ha coscienza del suo stato
Un mare di parole
Un mare di parole
È, come un animale ben pasciuto
E pensare che c'era il pensiero
Che riempiva anche nostro malgrado le teste un po' vuote
Ora inerti e assopiti aspettiamo un qualsiasi futuro
Con quel tenero e vago sapore di cose oramai perdute
Va' pensiero su l'ali dorate
Va' pensiero su l'ali dorate
Nel secolo che sta morendo
Si inventano demagogie
E questa confusione è il mondo delle idee
A questo punto si può anche immaginare che potrebbe dire
O rinventare un Cartesio nuovo e un po' ribelle
Un mare di parole
Un mare di parole
Io penso dunque sono un imbecille
Il secolo che sta morendo
Che sembra a chi non guarda bene
Il secolo del gran trionfo dell'azione
Nel senso di una situazione molto urgente, dove non succede
Proprio niente, dove si rimanda ogni problema
Un mare di parole
Un mare di parole
E anch'io sono più stupido di prima
E pensare che c'era il pensiero
Era un po' che sembrava malato, ma ormai sta morendo
In un tempo che tutto rovescia si parte da zero
E si senton le noti dolenti di un coro che sta cantando
Vieni azione coi piedi di piombo vieni azione coi piedi di piombo