Vinícius de Moraes
La disperazione della pietà
Signore, abbiate pietà di quelli che vanno in tram
E nel lungo tragitto sognano automobili, appartamenti
Ma abbiate anche pietà di quelli che guidano l'automobile
Sfidando la città gremita, semovente di sonnambuli
Abbiate molta pietà del ragazzo mingherlino e poeta
Che di suo ha solo le costole e l'innamorata bassina
Ma, ma abbiate maggior pietà dello sportivo, colosso impavido e forte
E che si avvia lottando, remando, nuotando alla morte
Signore abbiate pietà, pietà, pietà, pietà, Signore
Abbiate immensa pietà dei musicanti da caffè
Che sono i virtuosi della loro tristezza e solitudine
Ma abbiatene ancor più di quelli che cercano il silenzio
E subito cade su loro la romanza della Tosca
Nella vostra pietà non dimenticate i poveri che arricchirono
E per i quali il suicidio è ancora la soluzione più dolce
Ma, ma abbiate vera pietà dei ricchi che impoverirono
E diventano eroi e alla santa pietà danno un'aria grande
Signore abbiate pietà, pietà, pietà, pietà, Signore
Abbiate pietà dei barbieri in genere e dei parrucchieri
Effeminati dal mestiere ma umili nelle carezze
Ma abbiate maggior pietà di quelli che si tagliano i capelli
Che attesa, che angoscia, che cosa avvilente, mio Dio!
Abbiate pietà degli uomini utili dei dentisti
Che soffrono di utilità e vivono per far soffrire
Ma abbiate gran pietà dei veterinari e dei farmacisti
Che molto bramerebbero esser medici, o Signore
Signore abbiate pietà, pietà, pietà, pietà, Signore
Abbiate pietà delle donne separate legalmente
E in esse misteriosamente si riforma la verginità
Ma abbiate ancor più pietà delle donne cosiddette sposate
Che si sacrificano e semplificano per niente
Abbiate immensa pietà degli uomini pubblici, specialmente dei politici
Per la loquela facile, l'occhio, lucido, la sicurezza del gesto
Ma, ma abbiate ancor più pietà dei loro servi, umili e parenti
Fate, signore, che d'essi non nascano altri fonometri
Signore abbiate pietà, pietà, pietà, pietà, Signore