Nicolas Godin
Caccia all’uomo: Il quarto giorno
Il quarto giorno lo sceriffo Wister si sveglia all'alba. Si alza. Vede all'orizzonte, minuscole, davanti a sé, le case bianche del pueblo. Per un attimo si volta indietro. Vede Dark, a un centinaio di metri, in piedi. Fermo. Wister raccoglie le borse e il fucile. Si rimette in marcia, puntando verso il pueblo. Cammina per ore. Ogni tanto cade a terra, si abbassa il cappello sugli occhi, e aspetta. Quando sente le forze tornare, si alza e riparte. Non si volta mai
Riesce ad arrivare al pueblo prima del tramonto. Gli danno da bere e da mangiare. Dice: "Sono lo sceriffo Wister." Gli danno un letto per dormire. Gli dicono in spagnolo che c'è un chico, fuori dal pueblo. Si è accampato qualche centinaio di metri dalle prime case. Gli chiedono se è un suo amico. "No," dice lo sceriffo Wister. La spalla lo fa impazzire. Dorme con una pistola carica, a portata di mano

Il quinto giorno lo sceriffo Wister si fa dare un cavallo, e parte verso le montagne. Ritrova il vento, e nubi di polvere che cancellano la pista. Cavalca per ore, senza mai fermarsi. Supera le montagne, senza mai voltarsi
Quando arriva in vista di Closingtown è sera. Guarda gli alberi piegati dal vento. Accarezza il collo del suo cavallo, lo ferma. Si volta. Vede Dark, a un centinaio di metri, in sella, immobile. "Ragazzo," dice piano Wister. "Ragazzo." Poi preme appena i talloni nel ventre del suo cavallo e senza più voltarsi indietro, raggiunge Closingtown.

Quando arriva alle prime case, qualcuno si mette a urlare che è tornato lo sceriffo. La gente esce in strada. Lui continua al passo, senza guardare nessuno. Con una mano tiene le redini, con l'altra stringe una pistola. La gente non osa avvicinarsi, sembra un morto a cavallo, o un pazzo.
Lo sceriffo Wister attraversa la città, come un fantasma, poi gira intorno alla prigione e prende il sentiero per il ranch dei Clark. La gente gli va dietro, a piedi. Quasi non osano parlare. Wister arriva al ranch. Scende da cavallo. Blocca le redini sulla palizzata. Va verso la casa, camminando come un ubriaco. Qualcuno gli si avvicina per aiutarlo. Lui gli punta addosso la pistola. Non dice niente, continua a camminare, e arriva alla casa. Davanti alla casa c'è il padre di Benjamin, Eugene Clark. Faccia invecchiata dal vento, capelli grigi. Lo sceriffo Wister si ferma a tre passi da lui. Continua a stringere una pistola nella mano destra. Solleva lo sguardo su Eugene Clark. Poi dice:
"Mi spiace, continuava a urlare, non la voleva smettere. Lui era sempre stato buono con me. Non aveva mai fatto così, prima. Era un bambino buono."
Eugene Clark fa un passo verso di lui. Wister gli punta contro la pistola. Eugene Clark si ferma. Lo sceriffo Wister solleva il cane della sua Colt 45. Dice:
"Non l'ho seppellito vivo, giuro. Non respirava più, aveva gli occhi rivoltati, e non respirava più."
Poi si appoggia la pistola sotto il mento, e spara.