Francesco De Leo
Piccola sole triste
Una donna con gli occhi è imboscata sulla seconda sponda di Torino
Addormentata come una leonessa
Contava i treni caduti e i nomi dei giovani impazziti in un fiume di fotografie sul fiume

Quattro bandite filosofe impiccate
Nei suoi capelli di tempesta da rapine
Il muro sbava un disastro di tulipani
Mentre la donna addomestica i ricordi
Ha tabacco per cani neri e un vestito boato di grano tenebra
Assassinata più volte in Scozia
Contro i denti del vuoto con i miei più cari complimenti
Di fuori di testa

Io sono sdraiato in un vagone
Ed ho bevuto tutti i fiori della finestra
E penso al mio cappotto fuori da tutte le stagioni
Alle tue gatte avvelenate chiuse a chiave
E agli ottocento volteggi malviventi che sai fare

E chi aveva agguati morbidi per la tua mostra di gambe bianche
Di lotta a gomitoli in gomitoli di materassi e vino belva
Ma è già da un po' che ho smesso di lavorare nel tuo acquario di fototessere ed è da troppe poche sere che ti fai chiamare piccola sole triste
Nel tuo ossario di fulmini che traffica morsi sotto al cuore
E l'abuso di vento che l'accresceva non sono mai state
Le sue parole
Quella giovane donna appartiene a nessuno e a nessun altro
Al suo castigo di stelle nella bottiglia e a nessun altro
Quella giovane donna appartiene a nessuno e a nessun altro
Al suo castigo di stella nella bottiglia e a nessun altro
Quella giovane donna appartiene a nessuno e a nessun altro