Dargen D’Amico
Chiamati In Causa Tribunale
[Testo di "Chiamati In Causa Tribunale" ft. Chief & Zippo]
[Intro]
Jacopo D'Amico detto Dargen, imputato del reato previsto e punito dall'Articolo 663 bis del Codice Penale per la divulgazione di notizie di stampa clandestina, cosa può dire a sua discolpa?
[Strofa 1: Dargen D'Amico]
A processo revocato chi mi ha convocato di fronte al suo avvocato
Mi ha provocato così ho evocato al mio tavolo l'avvocato del diavolo
Come invitato a deporre come teste in veste di chi vorreste farci deporre
Le teste puoi proporre scommesse ma si corre su strade sconnesse
Non esporre promesse puoi disporre solo di premesse
Fragili come creta non una prova concreta
L'accusa è illusa nutre speranze che metto a dieta
Presto del resto è un arresto ingiustificato l'agente non è qualificato
Come pretesto ha identificato un testo modificato -falsificato-
Mai verificato fui accusato di aver usato un lessico mistificato
Codificato email in rete di sette segrete io l'erede delle sette stelle rinchiuso in segrete
Contatto avrete prove concrete del fatto
Che l'unica spia con cui sia entrato in contatto di fatto è sul palco per contratto
L'accusa è chiara ma a sera sarà polvere come il Sahara
Voi avete le armi ma è una roulette russa che ispira chi spara
Sono solo una fonte di pensieri
Perforo la fronte dei guerrieri assorbendone i poteri come i buchi neri
Trafficante di concetti puri verso gli stati dell'universo psichico
Passando attraverso gli strati ne deformo il fisico
Ho un microfono come uniforme e il fascino della divisa
Rende fenomeno uniforme una scena divisa
[Interludio]
Agostino Migliore detto Chief, imputato del reato previsto e punito dall'Articolo 412 del Codice Penale per occultamento di cadavere, cosa può dire a sua discolpa?
[Strofa 2: Chief]
Mi dichiaro colpevole reo confesso messo con le spalle al muro
Più Epicuro che Socrate in questo contesto non contesto
Perché io ho rimosso le spoglie trovate a ridosso di un fosso
Coperto da foglie macchiate di rosso non posso negare l'evidenza dei fatti
Ma ciò non toglie che ciò distoglie i giurati dagli atti già redatti da quest'udienza
E in sostanza qui se ne toglie l'essenza la moglie del signore opulenza subiva misfatti, atti di violenza
Pensa dal giorno uno in cui due furono in confidenza
Seguirono tre anni di dipendenza
Bastarono quattro ore per far crollare l'altare di ogni speranza
Cinque furono i colpi che squarciarono il cielo in quella stanza
Sei le volte che lei pregò il vangelo
Verso le sette il gelo la avvolse completamente col suo velo
E ora qui vi svelo il mistero delle otto monete trovate coniate con nove vite rubate
Legate a promesse mai mantenute svanite tra le sue mani
Una dopo l'altra come dieci piccoli indiani
L'indomani per caso pervaso da una smania che dilania anima e corpo
Mossi i miei passi tra i cipressi nei pressi dell'orto scenario del torto
Dove tra orchidee ed azalee fiorivano idee per cui cercavo invano il supporto
Della mia musa la musica l'unica illusa reclusa in una cassa da morto
Ultima vittima di in un parto finito in aborto signori della corte qui taglierò corto
Vi riporto la mia unica colpa di aver tentato di darle la vita per l'ultima volta
[Interludio]
Francesco Vigorelli detto Fame, imputato del delitto previsto e punito dall'Articolo 575 del Codice Penale per aver cagionato la morte di Lameni Laminchia, cosa può dire a sua discolpa?
[Strofa 3: Fame]
Vostro onore, giudica un uomo innocente
Troppo superficialmente accusato di un reato senza movente
Uscii di casa quel giorno, entrai al party ma dentro era un forno
Mi aprii la giacca e feci un giro guardandomi attorno
Così vidi JD che beveva appoggiato al bancone
Mi avvicinai per fargli una sorpresa tra cento persone
JD ingannava l'attesa con un coglione
Mi avvicinai a mano tesa così la parte lesa ebbe un nome
Scambiammo inutili chiacchiere
Lui capì che io ero l'uomo da battere
E io che lui era l'uomo da abbattere
"È ora di combattere" disse, prendendo il micro
Ma dissi: "Se vuoi morire ti sfido, io i cani li uccido"
Camminammo fino al palco e iniziammo a sfidarci
Ci sferrammo addosso parole e concetti al posto di pugni e di calci
Ma, coi corpi immobili nervi e muscoli tesi
Concetti pesi, con la complessità di ideogrammi cinesi
Le nostre frasi diventavano blocchi sospesi e combattevano
Mantenendo i nostri corpi illesi! Fu così che i miei colpi lo stesero
Le sue parole indignate guardandolo in faccia lo uccisero
Così si invalida la tesi di omicidio
Ma è un complesso suicidio messo in atto da una psiche accecata dall'odio
Signori, la giuria noterà che il fatto è evidente
Quindi inquisito per niente aspetto l'assoluzione imminente
[Interludio]
Vittorio Pizzo detto Zippo, imputato del reato previsto e punito dall'Articolo 656 del Codice Penale per aver diffuso notizie false e pretenziose, cosa può dire a sua discolpa?
[Strofa 4: Zippo]
Elevo le rime l'unico giudice astratto ma così reale perché le rime sono noi di fatto
Troppe parole versate da ogni direzione padroni della situazione
Troppi giudici e servi che non sanno più qual è la loro professione
Pensa al tuo lavoro che io penso a questa mia missione
Tu che programmi tu che fai tu che puoi non ti schierare perché non sono cazzi tuoi
Non prendere parte non ti intromettere sono cose serie non riflettere non perdere
Tempo in cose che non puoi capire il carattere e lo spessore della faccenda che non puoi sentire
Senza la vita è passata allo sbattimento membra stanche sul cemento
Spruzzi di colore in controvento rime scritte con sentimento
Anni su anni per un movimento fuori dall'isolamento
Non importa quanto vendi, non scrivo rime per stipendi non mi importa quanti soldi prendi
Perché quelli come te non saranno mai contenti
Prima o poi tutti scendono e ti lasceranno tutti, ora che tutti ti difendono e ti amano
E a giudicare saranno solo le rime perché alla fine solo le rime contano
[Interludio]
Cosimo Fini detto il Guercio, imputato del delitto previsto e punito dall'articolo previsto dall'Articolo 575 del Codice Penale per aver cagionato la morte di Luca Azzuduru, cosa può dire a sua discolpa?
[Strofa 5: Il Guercio]
Fatemi superare la commozione per la tensione sarò pronto a firmare la deposizione
La mia imputazione omicidio plurimo
Da quando l'anonimo Cosimo divenne il Guercio al microfono
Davanti a lei giudice capo racconterò dal principio
Ciò che tra poco mi farà appendere a un cappio
Col cannone puntato costretto
Ho consegnato ogni mio verso composto ad un porco col volto coperto
Mascherato da presidente morto senza le rime ero finito
Ma l'avrei servito come Blanco a Carlito
Era gioco l'onore come i Prizzi
La sera stessa in un bar soddisfavo i miei vizi raccolsi i primi indizi
Per trovare le liriche intercettazioni telefoniche
Sincronizzavo già le arance meccaniche il mandante
Classico MC d'oratorio per carta straccia il migliore del circondario
Il mio movente erano le sette e undici come a dadi il numero vincente
Quando puntai il mio microfono alle sue tempie processo per direttissima
Violenza genera violenza per me le rime o la vita, difesa legittima
Fuoco nel tribunale mi hanno provato a rieducare come Alex
Ma non si può meccanizzare ciò che è naturale
Sto per scontare la peggiore delle condanne
Ma prima l'ultima siga con cui darò il posto alle fiamme
[Outro]
Colpevoli, sono stati dichiarati colpevoli. La sentenza è inappellabile; un tripudio, la folla applaude. Stanno uscendo, stanno uscendo, cercherò di avvicinarmi ma... Ma... Cosa succede?! Un furgone bianco... No-non vedo! Non vedo! Sono stati lanciati dei fumogeni! Dicevo, un furgone bianco ma... Ma... Stanno fuggendo, sì, stanno fuggendo!