Lucio Battisti
Stanze come questa
Prendiamo una carrozza anacronistica
Aggiornandola in quanto inesistente
Saliamo alla sua guida
Di redini, di lacci se ne trovano
Di legami tra noi, di dolci bende
Bardiamo un animale a caso il cuore
Dai fianchi pretenziosi da roano
Ecco che trotta, che ci prende la mano
Abbiamo visto le regge dietro le inferriate
E le foreste nere e le campate
Non so di quanti ponti
Ho visto la tua nuca ad Alessandria
E poi me lo racconti, se ci sei mai stata
Se ti senti, ti sentivi, osservata
Il posto è qui
È qui quel lavorio
Dell'erba, simile al pensiero
Che contiene nel vello
Quell'orma del tuo corpo
Ed uno stelo sconvolto
Dal tuo gomito che avrebbe
Dimenticato d'essere carnale
Per non dimenticarlo in generale
Qui si incavano
Senza corpi a pesare
Le nostre impronte a muoversi, a sedere
Vedi là, vedi là
E gli occhi saltano
Come chiaro e pupilla, capinere
Ci sono posti al mondo
Dai quali non c'è fuga
Stanze come questa, nelle quali
Restano le nostre rappresentanze
I nostri uffici doganali
Dove noi veramente ci impieghiamo
Avviluppati in teneri sofismi
Cavilli di permessi
Arzigogoli, tropismi
Nella nostra direzione
Una frontiera è fatta di due righe
E bastavano le dita di una sola mano
Mandata avanti in viaggio
E l'altra le farà da testimone
Si può vedere tutto
E fermamente
Se di due righe è fatta
Facciamo la frontiera
Dove passa fauna e flora straniera