Ivan Graziani
Io che c’entro
Era lì sulla finestra del mio bagno
Una gamba fuori ed una dentro:
"Senti, scusa, ma io sono qui per sbaglio
Ma non so proprio come fare con lui, con lui
Con lui che non mi lascia stare, sì e tu, se vuoi
Tu tienimi un po' qui, se puoi"

"Il mio ragazzo, non lo sai, ma è proprio pazzo
Di mestiere fa il prestigiatore
E con me una magia vuol tentare
Con una sega in due mi vuol tagliare
Ma io, io, io non mi infilo in quella cassa, no, mio Dio, mio Dio!
Lui sbaglierebbe apposta, sì! Oh sì!"

Oh! Sì, ma io che c'entro?
Io ero qui e mi ero chiuso dentro
Così felice col mio giornale
Io ero qui a meditare e tu
Miraggio strano
Che stai seduta sopra mio asciugamano
Come un sogno svanirai
Se chiudo gli occhi ti dissolverai

Oh! E invece no, non sei sparita e hai continuato a raccontare:
"Il mio ragazzo è stato anche lottatore
E una fila di mattoni sa spaccare
Con un colpo di karate... oh! Te, te, te...
Ma io, oh! Io, io mi sentivo il freddo dentro, no! Mio dio, mio dio!"
Ma io che c'entro?
E poi dalla mia vita
Come sei entrata, così ne sei uscita
Con un salto plateale sei scesa giù dal davanzale
E tu, miraggio ormai lontano
Ed io qui con il mio giornale in mano
Come un fesso a meditare
Guardando giù dal davanzale...

E tu, miraggio ormai lontano
Ed io qui con il mio giornale in mano
Come un fesso a meditare
Guardando giù dal davanzale...