Ivan Graziani
Gabriele D’Annunzio
Gabriele ha il naso a tubo di stufa
E le calze le cambia a natale
Lavarsi non serve e il maschio ne perde
È la sua teoria
Lui lustra le scarpe la domenica
Solo per la santa funzione
E spia le mogli degli altri
All'acquasantiera
Gabriele è uno schiavo dei porno-libretti
E a casa rinnova un suo rito
Lui stende sul letto le donnine di carta
Poi le chiama per nome:
"Amore, tesoro, dolcezza mia bella, Sandrona la sexy!"
Poi si butta per terra, piangendo la sua disperazione
Dopo otto ore di zappa
La voglia di amare
Gli scoppia nel cuore
No, non è bello in campagna
E a parte le bestie
È meglio il cappotto
E di corsa al Parco Sempione
Gabriele ha sposato
La vedova Ricci
Una donna di novantadue chili
Lei lo picchia ogni sera
Con il nerbo di bue
E gli mette il tacco sul collo
Poi lo chiama: “Tesoro, dolcezza mia bella, Gabriele D'Annunzio”
Poi si butta per terra, piangendo la sua disperazione