Francesco Guccini
Inverno ’60
Le nove di sera, domenica sera d'inverno
Fa freddo, c'è nebbia
In fondo alla strada s'è accesa l'insegna
"Blue Garden: si balla "
Qualcuno ha già aperto le grandi vetrate d'ingresso
Canterà Baby Silver
Qualcuno, giù in sala, accenna sul piano un motivo di blues…
Si veste un cameriere, è domenica sera
Si annoda un orchestrale la cravatta in seta nera
E indossa il capo orchestra la giacca in lamé blu...
Nel bar di luci e specchi, col ghiaccio dentro ai secchi
C'è un giovane invecchiato che non sorride più....
Le dieci di sera, domenica sera d'inverno
Che gocciola fumo
Ma dentro alla sala il caldo dimentica
Il resto del mondo...
L'orchestra ha finito un brano dal ritmo latino
"Cuban cha-cha-cha"
Singhiozza il clarino, seguendo il ricamo di note in "Stardust"...
Bisogna divertirsi, è domenica sera
C'è da dimenticare la noia pesa e nera
C'è da dimenticare la favola che fu...
Potere dire "vivo!" sull'onda d'un motivo
Stringendosi una donna che non si vedrà più...
È l'una passata, domenica sera d'inverno
Ormai lunedì
Persone che sciamano macchiano il buio di risa
E rimpianti
L'insegna violenta i visi che mordono freddo
Di atroce blu-neon
Poi a un tratto si spegne e non resta che il suono dell'oscurità...
C'è da ricominciare un'altra settimana
Strascinando nei giorni l'attesa quotidiana
Scordando e stemperando la tua precarietà...
La notte sale adagio, la strada è di un randagio
Che annusa i suoi fantasmi e abbaia alla città...