Lo Stato Sociale
Lettera d’amore per la mia idea d’amore
[Testo di "Lettera d'amore per la mia idea d'amore"]
Ho tutti i pelucchi dei calzini sui piedi e penso alla nonna, a quando mi portava al mercato e io ero solo un bimbo cicciottello e rotondo che si aggirava mano nella mano a questa donna meravigliosa e mediterranea sovrappeso molto più rotonda di me. E tutti e due ci spostavamo camminando un po'; barcollanti date le dimensioni, sembravamo due barchette nel mare di asfalto di via Ugo bassi con lei che mi teneva sulla destra con la mia cartella di Bugs Bunny e lei con le buste di verdurе e mangiare a sinistra a metà braccio, tеnuto ad angolo retto. E io mica lo capivo che voleva dire, ma lei era arrivata lì 30 anni prima con niente, con Pasquale e un contratto da elettricista, due figlie e un figlio, roba da metterti ko. E invece un cazzo, due figlie che trovano lavoro e si rompono la schiena da via Beroaldo al centro, Gioacchino che studia e si diploma e diventa un professore, e i loro figli suoi nipoti tutti cresciuti a suon di buone maniere e tanto impegno. Ed io ero una pallina con gli occhiali in una bologna dei primi anni '90 che non capivo e le volevo solo bene perché mi portava a spasso e non mi rimproverava mai. Comprava sempre i peperoni gialli e quelli rossi. Mai quelli verdi. E mi manca, da morire mi manca
Fortuna che ci sei tu