Come fai a svegliarti questa mattina, con la nausea, l’emicrania, come in stato interessante – com'è stato, interessante? La sorpresa di una cervicale, un rilascio di tensione esplode da stanotte. È un dolore pulsante che parte dalle spalle, spinge dentro il collo, si ramifica nella tempia, tra l’occhio e il naso. Forse non è il caso di una colazione, cosa dici? Cosa dici, ovatta della realtà, circostanza desaturata? Una mano si avvinghia all'occhio, vedi homunculus? No. Perdi il senso della profondità, non sai se indossi le ciabatte, non sai se il dolore ti abbatte sul water fino a farti vomitare. È il tuo ciclo mestruale: arriva quando vuole e anche più di una volta al mese, a tradimento. Alla fine del tuo sonno non devi usare il braccio destro, non devi leggere, disegnare, cucire, cucinare, guardare uno schermo. Quindi cosa devo fare? Una progressione di farmaci dal più blando al più alto in grado. E non scappare subito in un bicchiere di acetilsalicidico, ibuprofene: alimenta la paranoia complottistica che tiene i prodotti farmaceutici lontano dalla vista. Quindi qual è il mio farmaco? Acqua calda! Lo sappiamo, non scomodarti a preparare il tè: non c’è tempo, potrebbe avere effetto emetico. Sono io il tuo medico. Quindi? Mezz’ora sotto un getto idrico che sfiora il quarantaquattresimo grado centigrado: vapore, avvolgilo, conducilo alla distensione, alla stabilizzazione termica del fisico. E intanto stai male: contorciti ancora per 13, 14, 15 secondi, poi accorgiti di un dettaglio e concentratici
Elemento: acqua; molecola: agitata. Risonanza termica con il resto del corpo. Elemento: ceramica; molecola: densissima. La ceramica è naturale, nasce dalla terra. Elemento: plastica; molecola: molto complessa. Nasce dal petrolio, fatto di fossili, piante, animali, umani – sono anche io un essere umano? Che mal di testa, sono molto simile alla mia tenda della doccia. Elemento: accappatoio; molecola: morbida e protettiva. La doccia è finita, ora vestiti e riassemblati al mondo reale, facendo una camminata illimitata. Agli ordini, sei tu il capo! Ambiente: bagno; ambiente: camera. Il passaggio da un ambiente all’altro è sottolineato dal dolore di testa che si è calmato, ma che pretende ancora un sacrificio del mio tempo e spazio. Non mi piace stare sempre e solo in casa. Oggetto: indumenti; preparazione: equipaggiamento. Secondo farmaco: la passeggiata. Funziona per tutto: dubbio, delusioni d’amore, mancanza di idee, rabbia, tristezza, parole che non riusciranno mai a descrivere come ti senti, noia, e pure per il mal di testa. Pronti alla somministrazione? Fai ridere, c’è gente che mangia le lasagne con gli ansiolitici a pranzo e cena, chi non dorme senza sonnifero, chi non scopa senza progestinico. Parola: scopare; etimologia: sconosciuta. Cosa ne pensi di questa parola? Eh, non lo so bene, non riesco a formulare una frase che stia in piedi in merito. Ecco, bravo, allora usciamo. Scarpe, soprabito, i nervi che pulsano. Emblematico che mentre esci per dar sollievo al tuo cervello ci sia qualcuno che suona a sorpresa il campanello. Drin!, due sagome dietro la porta vetri: apro. Due sagome sfuocate dal dolore dei miei nervi non saldi. Salve, stavo uscendo! “Ciao, noi stiamo diffondendo la parola di Cristo, posso lasciarti un opuscolo?” Oh, certo i vostri opuscoli mi divertono, li leggo sempre con trasporto, come ho detto stavo uscendo, il mio tempo sta dolendo… “Mi fa piacere, hai piacere anche a leggere la Bibbia?” È chiaro che sono testimoni di Geova: non ti interessano, adesso non parlarci, vai a curarti in mezzo ai prati. Niente conversazioni con questo yuppie religioso e la sua compare di trentott’anni passati, che indossa vestiti datati, austeri – tailleur, capelli raccolti – che non si accorge dei risvolti sensuali dei suoi sguardi, dei suoi comportamenti. Che parola abbiamo detto davanti alla porta? Nonono, la tesimone no per favore. Sono il tuo avvocato, il tuo dottore. Non ho mai letto la Bibbia e trovo la vostra interpretazione degli scritti imprecisa e pedissequa. Tenere l’etica in un libro mi fa abbastanza schifo. Non condivido il motivo che vi porta al rifiuto delle trasfusioni; apprezzo invece che andiate a proporvi casa per casa, che non abbiate una chiesa vera. Fate breccia in chi è dubbioso, non in chi è pervaso da un forte credo religioso. Fate proseliti spargendo questa idea di male, retorica e rudimentale. La prima sensazione che ho provato vedendovi arrivare è una volontà di limonare questa donna così modesta, quasi vuota, e a dire il vero questa volontà mi è già passata. Me ne vado, passeggiata, mal di testa, buona giornata. Sei stato bravo! Non dire stupidaggini: a volte non ho la minima idea di quel che sto dicendo, di cosa mi capiti. Il disordine trionfa, il caos nel dialogo. E secondo voi chi sta parlando adesso? Sono io? Uno dei miei me? Un testimone di Geova? I miei nervi? Perché non sono intero quando cammino, quando parlo ad un amico, quando curo il mal di testa, quando vedo una ragazza che forse mi interessa – no, forse no, forse sì, cosa voglio? Cosa mi manca? Quale altra domanda soddisfa questo buco nello stomaco? Fame di espansione? Oh no. Cosa c’è? No, no, niente. No, adesso lo dici! Forse… Cosa? Forse credo in Dio? Non l’avrei mai detto! Probabilmente il punto è questo: tutto ciò che mi rende incompleto ora ha un nesso: Dio, la suprema risposta a ogni quesito, il momento in cui dico “adesso ho capito”. Sì, ne sono certo, io credo in Dio, Diosordine! Ora come faccio a dirlo a mia madre, a mio padre, a mia sorella, ai miei amici, come faccio a spiegarlo ai concerti? “Ehi ragazzi, credo esista un essere superiore che ha generato tutto!” Beh, no, aspetta, aspetta: io sono un mago, Dio non può essere un mago! Dio è stata la scintilla che ha portato l’Universo ad essere generato, non può essere una persona, non può assomigliarmi come umano, non può avere la barba, il triangolo in testa, l’abito bianco – no, questo non è il mio dio. Il mio dio è un’entità con la coscienza, una forza che scorre e permea tutte le cose – no, nemmeno così, altrimenti sarebbe solo una morale da opporre al caos, e a me il caos piace un po’. Quindi cos’è Dio per me? È un insieme di forze – quindi sono politeista! Non dire cazzate, forze come energie disseminate nell’universo, nel Sistema Solare. Quindi Dio è negli elementi, è un legame di tutto ciò che esiste, un algoritmo complessissimo? Sì, va bene pi greco, vai a prendere il trapano: la matematica mi piace ma non ho voglia di studiarla – cos’è, se non risolvo un integrale Dio si arrabbia? E cosa succede, prendo 5 nel compito? E quando arriva il messia? Quando gli scienziati che stanno studiando riescono a chiudere l’M-teoria? Hai ragione, forse non credo in Dio, sono solo una persona molto disordinata a cui non basta mai lo spazio. Sbagliato! Tu non sei una sola persona. Giusto! Hai bisogno di parlare con qualcuno di esterno al tuo sistema che identifichi con il vocabolo gli altri. Per parlare di cosa? Ma è ovvio, della giornata in cui hai creduto in Dio per due minuti, la giornata in cui ho creduto in Dio per due minuti, la giornata in cui ho creduto, la giornata… Sono in pezzi. Qualcuno per favore può raccogliermi? Quando sono intero è a caso. Non aspettatevi che io spieghi cosa è per me il caso – è il motivo per cui l’uomo crea Dio a sua immagine e somiglianza. Il mio dio è il mal di testa