Uochi Toki
Il secondo semestre
Metto pantaloni non troppo corti a luglio: da quando in qua il caldo è una scusa per girare nudo? Il vantaggio è poter dormire per terra dove cazzo mi pare. Posso fisicamente abitare ogni luogo, mentre voi siete già in agitazione perché non trovate un modo per riempire il vostro tempo libero. Alla fine finite in vacanza al mare o ad esplorare città che voi vivete tutte in modo uguale invece di osservare: tanto il bello del viaggio per voi è sempre e solo raccontare. Tutto quello che vi rimane è una serie di zero e uno, fotografie ordinate nella cartella del vostro computer
Ad agosto svolto l’angolo. Siete spariti! Non abitate nessuno dei luoghi dove per mesi vi siete riuniti. Posso contare su pochi stronzi che insieme a me esplorano città deserte: dovrebbe sempre essere così. Non voglio sapere dove siete, so che presto tornerete, non avrete altre informazioni da me su di un periodo di tempo che non volete conoscere. A fine agosto rispolverate le vostre angosce, siete stizziti per le poche soddisfazioni avute tra le cosce con qualche persona che nemmeno vi conosce. Vacanze vuote: nemmeno il tempo di annoiarvi per riconsiderarvi al ritorno a casa, dovete riabituarvi perché non avete mai abitato in modo serio. Dimenticare sarà utile. Il 29 agosto grigliata per stabilire che non è finita! Passo per strada, annuso la vostra griglia, e stabilisco che l’estate è finita
Sono nato il 13 settembre, e qui vi aspetto. Non sono mai andato via. Vedervi fiacchi e stanchi, in balìa degli eventi, mi mette allegria. I miei fermenti settembrini mi rendono acuto, attraverso la strada mentre tu resti sul marciapiede a guardare un negozio chiuso. Non fai niente, ti sei accorto che il tuo anno è finito e ti senti tradito dal fato, banalmente
La mia vendetta sulla gente è guardarvi a settembre dispersi nel tempo di cui a me non importa ormai più niente, iniziativa distrutta dall’aspettativa. Adesso sei pronto a rinchiuderti in qualche luogo aspettando il freddo che arriva
Ottobre e novembre mi regalano soddisfazioni: mentre tu ti rompi i coglioni, io passeggio in collina e guardo gli uccelli migratori. Anche una piastrella, simbolo di niente, è uno stimolo permanente. La nebbia non mi ostacola: cambia solo il paesaggio, ma niente si sposta. Voi piangete dicendo che la vita si arresta; io sorrido pensando che se fosse vero succederebbe qualcosa di nuovo. Mentre scoppio a ridere da solo, tu mi chiedi “perché ridi? Nessuno ha detto nulla”. “ehehe, no, no, niente, ridevo per una cosa che stavo pensando.”
Dicembre è un mese lungo. Vi date da fare molto nel mettervi a posto preparando voi stessi in fretta alla fine del mondo
In fondo sapete che non succederà assolutamente niente: è solo che vedete gente intorno a voi che si muove, che dimentica le cose vecchie per dare spazio a quelle nuove. Faccio quasi fatica a ricordarmi che nuovo o vecchio non ha importanza per me. Parassito la vostra gentilezza mentre sgridate la mia lentezza nel fare certe cose. Io mi preparo allo shock di chi si accorge che a mezzanotte tutto ricomincia, ed è tutta colpa di un paio di scansioni temporali ideate per rendere più organizzabile la vita. So che non vi importa, ma non è vero, dai, vi vedo sempre oziosi, lamentosi, non avete il senso della misura, non capite il tempo