Uochi Toki
Stallo alla messicana
Adotto cautele linguistiche, cambio le mie logistiche per non impressionare persone sole in strade buie, riprogrammo passo passo con le influenze estetiche che mi allontanano da ciò che nucleicamente cerco in un essere umano altro, disegno persone che si cimentano e ce la fanno, al di là dei cromosomi. Quando mi irrito o mi arrabbio tramuto questo slancio anticipando spazio a spiegazioni che traggo da un me più saggio che non da nomi, non salta a conclusioni, al massimo riverso il me pessimo in violenza su un oggetto senza ledere me stesso, un gatto, un volto e nonostante tutto questo sento di essere totalmente inutile ai principi che sorreggono le lotte di quel sesso al sesso opposto. Chiedere rispetto, chiedere diritto, chiedere permesso ed in generale chiedere a qualcuno che non è un umano singolo e che detiene un simbolo, dispone automaticamente in una condizione tipo inferior stabat agnus, quindi: a parte il femminisimo separatista e i transessuali in toto nessuno ha ancora preso delle decisioni degne di tale nome, ed io nel mio piccolo dovrei essere XX e non XY per poter dire qualcosa che altri capiscono, tipo che l'identità marcata crea conflitto, che l'unico modo per prevenire una violenza è la presa di coscienza del perpetratore, che difendere i diritti delle donne essendo un uomo è una paradossale posizione da protettore, ma per fortuna, anzitutto, io sono innocuo