Adesso giochiamo con le mie regole, con le mie regole, con gli archetipi, le mie regole, yeah senti qua. Non dire grazie, non ritornare il favore, non calcolare chi è a pari e chi no, non valorizzare l’umano, vivilo, lascialo. Non ringraziare la fine di una catena causale infinita di merito, non ringraziare il terreno come se fossi un alieno precipitato tra balle di fieno, è pieno di grazie, sigilli di disparità, ma l’universo non ti ringrazia, alza le mani. Nessuna Gеnkidama, levali Ale, ridammi il mio sole, non ti ringrazio sе porti la pace in città, non ti ringrazio se paghi un disco, un biglietto, se fai delle ore di strada per venire fin qua. Nel giorno del ringraziamento sono andato in un parco e ho visitato il cavo di un albero. Ringrazio solo coloro che ascoltano, prendono atto e poi non commentano. Ringrazio quelli che stanno in silenzio e ci smontano pezzo per pezzo e qualcosa lo buttano, qualcosa lo tengono. Coloro che portano cibo al concerto e che si concentrano. Ringrazio quelli che smettono, che non ci ascoltano più, perchè sono andati in altri ascolti e si son fatti grandi spostamenti, ed adesso sono loro a darci idee, noi non siamo delicati come orchidee, siamo più come licheni o piante grasse. Tutti, sembran siano tutti ortensie o azalee, ma noi anneghiamo nel rituale del grazie, diamo vita e morte a suoni e immagini, che costituiranno basi per altri suoni e immagini, tu continua il ciclo come più ti aggrada, non fermarlo ringraziando come quelli che ti applaudono a teatro a metà dell’atto.. diventa pure tu maleducato