[Intro: Truman Simbio]
Yao, yo! Innercity Blues
Il blues dell'area depressa della città
Truman Simbio, Stato Brado
Il cecchino ceco, senti bene
Yao!
[Strofa 1: Truman Simbio]
Uccidere o essere ucciso, uccidili col sorriso
Vivendo con le vipere che vivono all'inferno
Il cielo è aperto ma non vedo il paradiso
Il vento sussurra mentre mi taglia il viso
Mi sbrana vivo tutto questo tormento
Il male mi assale, io non sto resistendo
Mi sporca dentro come la carne di porco
Come le canne di moffo che rallentano il polso
Chi mi rallegra quando tutto sembra morto
Quando i cani che incontro non allentano il morso?
Vogliono un arto mutilato per ricordo
Sono lontani da dove sgorga la vita
Sono preoccupati per i grammi, per la figa
Per i soldi, per i drammi, per i volti allucinati
Che li fissano estraniati con un'aria di sfida
Con gli occhi vuoti ed un'anima ferita
[Strofa 2: Jangy Leeon]
Impronta il mio passaggio su 'ste terre in immersione
Non per isole di pace se non cerco redenzione
Non trovi te stesso, non c'è una destinazione
Il battito nel petto, so che il cuore non è altrove
Il perimetro a Milano suona un blues di depressione
Fuori circoscrizione, note di liberazione
La notte in spazi aperti luccica d'introspezione
Se menti raggrumate hanno senso di aggregazione
Chi avanza a fari spenti in lande di desolazione
Chi rende fuochi ardenti nell'impegno e dedizione
Il veleno del sistema fomenta la frustrazione
L'antidoto in 'ste pare di processo in prescrizione
Satelliti nel cielo traccian la tua posizione
Trascende in questi versi e parte della percezione
A caccia sulla traccia mino la tua convinzione
Del silenzio che ghiaccia, brucio di motivazione
[Strofa 3: Silla]
Un giorno a caso nello sfaso del ventunesimo secolo
L'ennesimo racconto non mi serve, è un periodo
Apro un nuovo capitolo tra le desolazioni
Divido 'ste giornate in 24 illustrazioni
Mi deprimo se rimo di cose che mi succedono
Una bara, una botte, sì quella d'Attilio Regolo
Alte pareti cedono sopra quelli che credono
'Sto blues dalle casse salvi 'ste teste grosse
Non ho aspettato un oracolo che parlasse
Milano come Delfi sa compiacere le masse
Il tripudio è preludio e finisce d'incanto
Fa più rumore chi cade in basso di chi sta in alto
Astinenza per il sesto, non quella per il sasso
Ma ascolta, niente crisi d'assenza da dogma
Il silenzio di chi ami è la peggiore arma
Non c'è droga o preghiera che possa mitigarla
Trasforma ogni tua orma in qualcosa che non torna
Il peggio grido che ti frastorna
Può essere mai nobile tagliar la corda?
Portatemi un vassoio con un rasoio di Occam
Pochi lumi accesi e lunedì in giro per posti luridi
Le stesse procedure, stessi luoghi umidi
Accumuli vie oscure, il freddo cala torture
Il mio spirito al buio come alture degli Urali
[Strofa 4: Lanz Khan]
Fuori come i balconi con i fiori appassiti
Cerca la bella vita negli occhi dei parassiti
Tu guarda verso l'alto e colpisci le stalattiti
Nelle strade fra le scritte in arabo e i graffiti
Benvenuto dove l'anima è più sporca del letame
Un colpo di pugnale qua è la morte naturale
Lucido queste rime con veleno letale
Nella tua bocca merda, esplode vomito fecale
Già lo sai, all'Innercity Blues ti ci perdi e non ti trovi più
Sotto gli stracci si nascondono i vestiti blu
Spingo gli anfibi sulla testa mentre sali su
40 dì, 40 nott come a San Vitur
Ogni notte sfasciati
Vittime degli eccessi poi sui letti accasciati
Sveglia il giorno dopo con i volti segnati
Completamente a pezzi come i corpi appestati
Lanz Khan