John Princekin
Non ti scordar di me
[Testo di "Non ti scordar di me"]
[Strofa 1: Benni]
Il tragitto curva nello spazio sottostante
Il sottosuolo mi eccita di fantasie mi turba dentro all'ego
Lingua biforcuta sulla carne, arruolo Militar
Mi osservo dall'Altrove in terza persona mentre prego
Dio, quanto si può soffrire tolta l'armatura?
Questo tunnel verso il basso ha il fondo illuminato
Ma al mio processo di individuazione sto impigliato, truffato
Deliziato dai deliri di un dio ubriaco
Richiudo porte dietro me come confine
Se il dolore avanza mentre aumenta in modo esponenziale e vizia
A piedi scalzi tra fango e sporcizia
Ti lascio un grazie per la coltellata in amicizia
Sono un uomo, niente patto col demonio
Ti avvicini per notarti nei contorni del mio viso
Ma è il massacro il Paradiso
L'essenza della sorte, vita eterna uguale a Morte
[Strofa 2: John Princekin]
Chissà per quanto potevamo ancora sopportarci
Faccia a faccia, naso a naso senza caricarci
Può darsi che fosse amarsi nel mio letto sgualcito
Quando ti spruzzavo dentro il mio buio infinito
Esanime, crogiolato al vento di un morente ottobre
Abile a restarti dentro gli occhi nelle lacrime
Trattienimi, torna a casa tua a piangermi
Che non ne voglio sapere di riguardarmi cadere
Solo in questo volo verticale
Dove lo schianto non vuole arrivare, smetti perfino d'urlare
E pensi che, in fondo, aspettare possa essere l'unico
Male, peggiore che morte subito
Latte rancido dal seno paterno
Di un dio bastardo che stiamo ancora cercando
Quando capiremo bene il da farsi
Avremo già gli occhi velati e un cancro dal cuore in metastasi